Le principesse non sono più tristi

Caterina interpreta le fotografie di Simona

Tempo di lettura: 8 minuti

Pubblicato il 14/04/2015

IL BICCHIERE DI VINO

L’ultimo sorso di quel nettare color del rubino. L’ultima nota di quel valzer rimasta sospesa nell’aria.

Solo ora guardò la sua immagine riflessa nello specchio rotto. Tante di lei in quei cocci sul pavimento. Spettinata, sudata, la riga di rimmel colava sulla guancia. Aveva urlato con tutta la forza che aveva in corpo. Aveva urlato ai muri della stanza la sua disperazione, il suo dolore, la sua rabbia. Il vaso scagliato contro lo specchio, giaceva a terra. Era stata la prima cosa che aveva avuto a portata di mano dopo aver sbattuto la porta. Una sbeccatura sul fondo non lo avrebbe più fatto rimanere dritto, ma non lo avrebbe gettato via. Le rose erano appassite in un attimo, sotto i suoi occhi. Ora, seduta con una gamba accavallata, faceva dondolare il bicchiere tra le dita e guardava il liquido rosso ondeggiare come fosse in tempesta. La stessa  che portava nel cuore, nell’anima. Era come ipnotizzata. Ad un tratto le venne da ridere. Amaramente. Scosse la testa. Patetica lei, più patetico lui. La ragazzetta dai tratti fini mediterranei, ma i modi da giovinastra imbellettata, la minigonna troppo corta, il passo insicuro sui tacchi troppo alti. Pronta a prendere tutto, subito. L’aveva vista salire in auto accompagnata da una risata troppo forte. Lui aveva l’espressione più stupida ed inebetita che avesse mai visto. Si scostò i capelli dal viso, si strofinò il dorso della mano sulla guancia, si verso ancora un po’ di quella salvezza nel bicchiere.


Domani faccio cambiare la serratura. E rise.


L’ULTIMO BIGLIETTO

Guardò giù nella buca scura e profonda e le girò la testa. Sentiva la gente intorno parlare sommessamente senza capirne le parole. Era una giornata fredda ma con il cielo azzurro e il sole che splendeva. Tentò di mettere a fuoco il prete ma si confuse tra le pieghe e il viola dell’abito da cerimonia. Le braccia tese verso la terra, occhi un po’ a terra in segno di mestizia, e un po’ al cielo come a cercare l’ispirazione divina, stava pregando. Le venne in mente quella volta in cui, tornando a casa dal lavoro, l’aveva trovata nella vasca da bagno che tracimava acqua. Rossa di sangue. E fuori da quel locale l’aveva caricata in auto, incosciente sorrideva. Aveva comperato mezza pastiglia da un tale camicia aperta sul petto e troppa brillantina nei capelli. La domanda era sempre la stessa: perché? Rispondeva sempre che non poteva vivere, che non era questo il suo tempo, che soffriva troppo. Soffriva per tutto. L’aveva trovata lei, sul pavimento della camera da letto. Una sonnifero di troppo. Aveva le mani fredde. Le infilò in tasca. In un angolo trovò un pezzetto di carta. Lo aprì e lesse. Te l’ho sempre detto che soffro troppo. Ora ho bisogno di riposare. La mia vita è stata bella solo perché ci sei stata tu.


Non gettò nessun fiore nella buca di terra scura e umida. Sapeva che anche spezzare la vita di una piccola margherita, anche questo l’avrebbe fatta soffrire.


PRIMO AMORE

Era troppo magra. Tutti continuavano a ripeterglielo. No. Non era troppo magra e poi, quel vestitino nero, corto- corto che le lasciava la schiena tutta scoperta, le stava d’incanto. No, non era troppo magra. Si guardò allo specchio, si rigirò due o tre volte, si legò i capelli. Benissimo. Era venerdì. Pronta, anzi prontissima, per l’aperitivo. Davanti al locale tanti ragazzi chiacchieravano. Le risate salivano nel cielo della calda sera estiva. La guardavano. Non era questo che desiderava? Essere guardata, ammirata? Una delle sue amiche la prese sottobraccio, le disse qualcosa all’orecchio e poi le fece l’occhiolino. A cena a casa sua? Proprio. A casa del “bel Paul”, come lo chiamavano i ragazzi della compagnia. Che serata! Era proprio una serata perfetta. Erano mesi che lo guardava da lontano, che frequentava gli stessi locali che frequentava lui, per incontrarlo. Finalmente avrebbe avuto l’occasione di stringere il cerchio, di parlargli, di conquistarlo. Si appoggiò alla balaustra. Si sentiva male. La fronte le si imperlò di tragiche goccioline di sudore. No, non adesso. Non adesso. Cercò la forza di rimanere in piedi ma le gambe cedettero e si accasciò in silenzio sul marciapiede. Si svegliò in ospedale. Attraverso le luci abbaglianti dei neon sgangherati appesi al soffitto mise a fuoco gli occhi tristi e colmi di lacrime di sua mamma che la stavano fissando. Li richiuse. Un ragazzo tra i tanti, seduto sul muretto, l’aveva vista quando era svenuta e aveva chiamato subito un’ambulanza e, ora, si trovava in un corridoio del pronto soccorso. I suoi amici non si erano neanche accorti che lei dal “bel Paul” non ci era mai arrivata. La voce calma della mamma domandò se davvero ne valesse la pena. No, non ne valeva la pena. Era tempo di cambiare.


IL LIBRO

Seduta al tavolino del bar, sorseggiava il suo aperitivo. Annoiata, con il viso appoggiato sui pugni chiusi, guardava la folla che si muoveva oltre il vetro. Mani nelle mani, bimbi in passeggino, cani ai guinzagli. I sacchetti colorati e colmi di fiocchi, si confondevano con le luci ad intermittenza della strada. Un sabato qualsiasi, di un qualsiasi Natale. Era uscita anche se non ne aveva voglia. Forse l’allegria e l’atmosfera le avrebbero restituito un po’ di serenità. Il progetto a cui aveva partecipato si era appena concluso. La sera precedente tra un brindisi e l’altro, lei e i colleghi si erano salutati tra risate e auguri. Mentalmente tentava un calcolo per comprendere quanto sarebbe riuscita ad andare avanti con quanto aveva guadagnato se non avesse trovato subito un altro lavoro. Sospirò con preoccupazione. Non molto, lo sapeva. La vita da single era bella ma molto complicata. Dopo quel “non sono più innamorato di te”, aveva radunato le sue cose e in una settimana era fuori di casa. Così, senza spiegazioni, senza urla. Cosa si poteva rispondere? L’amore non si impone, non si inventa, e quando non c’è più, non c’è più e basta. Pensava, gli occhi fissi. Non si era accorta dell’uomo che le stava chiedendo se poteva condividere il tavolino visto che il locale era affollato. Si, scusi, certo. E tornò a pensare. L’uomo appoggiò la borsa pesante che aveva in mano, si tolse il cappotto e si sedette. Non si accorse che beveva lentamente, che armeggiava con la borsa, che cercava una penna nella tasca interna. Poco dopo si alzò e salutò con un sorriso. Arrivederla. Va bene, stare lì non serviva a niente, l’umore non migliorava e cominciava a darle noia anche tutta quella felicità che le danzava intorno. Abbassò lo sguardo sul tavolo in cerca del bicchiere decisa a chiedere subito il conto. Sul tavolo c’era un libro. Non era suo. Si guardò intorno in cerca del suo compagno di tavolino. Probabilmente lo aveva dimenticato. Era nuovo. Il mistero della locanda Mignon. Marco Tullio Valloni. Lo aprì e scorse una scritta un po’ indecisa e appuntita fatta con una stilografica che aveva un po’ graffiato la pagina ruvida. Alla mia compagna di tavolino. Si dia una possibilità, ma non smetta mai di pensare. I suoi occhi meravigliosamente tristi, sono magnifici. Con stima M.T.V.

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I racconti di Caterina e le fotografie di Simona hanno creato un'emozione ??               Lascia un commento qui sotto così le artiste potranno leggerlo

Commenti: 31
  • #31

    elena caf (giovedì, 14 aprile 2016 21:37)

    Cateeeeee! !

  • #30

    Simona (giovedì, 14 aprile 2016 21:14)

    Questa sera Sabrina mi ricorda l'impegno e la passione per creare questo piccolo capolavoro: i racconti e le immagini mi riportano alla memoria tanti accadimenti.....
    Un racconto trascina verso emozioni impensabili, un'immagine accompagna quel viaggio regalando un istante da fissare negli occhi e nel cuore. Viva le belle collaborazioni!|! Simona

  • #29

    Giuliana Pedroli (mercoledì, 15 luglio 2015 17:39)

    Leggendo, e rileggendo, mi par di capire che "Le principesse" sono ancora molto tristi ... Sono disincantate, non hanno più illusioni. Si stanno avviando verso un "non sogno", verso un mondo nel quale non c'è più molto posto per per le emozioni, per i sogni e per la fantasia. Significativa la foto della donna che esce, curva e forse stanca, dal vicolo, forse pensa che solo nel sole pieno della piazza potrà trovare emozioni che possano darle gioia.

  • #28

    Ele (martedì, 23 giugno 2015 00:05)

    Struggenti e ben raccontati, mi piace questa iniziativa ☺

  • #27

    Caterina (lunedì, 01 giugno 2015 19:57)

    Sono estremamente lusingata e ringrazio tutti coloro i quali si son fermati cinque minuti a leggere e visionare le foto di Simona e poi..ma diamoci del ""tu" che qui siam tutti amici e la stima reciproca fa da padrona!
    Lunga vita a voi e.. che vi sia lieve! ;)

  • #26

    Rachele (lunedì, 01 giugno 2015 19:32)

    Incuriosita dall'invito della signora Sabrina, ho letto i racconti di questa rubrica virtuale.
    Avvincenti quelli scritti dalla signora Caterina, asciutti, precisi, ben oculati, più soft e romanzati quelli scritti dalla signora Giuliana, entrambi hanno una bella forma, piacevoli.
    Le opere e le fotografie sono decisamente emozionali.
    Bella iniziativa, complimenti a tutte le donne!

  • #25

    Elena (mercoledì, 20 maggio 2015 15:05)

    Schietti e sinceri, molto attuali, li chiamerei: Fotoromanzi.

  • #24

    Emiliana (martedì, 19 maggio 2015 19:50)

    Racconti ben articolati, veloci e incisivi, sposa molto il mio gusto letterario.

  • #23

    Sofia L. (lunedì, 18 maggio 2015 22:53)

    Quattro racconti decisamente crudi, realisti, a tratti tristi ma il titolo è chiaro: le principesse non sono più tristi !
    L'autrice è nella sua scrittura molto incisiva, particolareggiata, acuta.
    Belle foto, le tonalità del bianco e nero si sposano bene con i racconti.
    Sofia

  • #22

    Caterina (lunedì, 18 maggio 2015 19:19)

    Per diana! Che bella gente frequenta questa rubrica! ;)

  • #21

    fabio (mercoledì, 13 maggio 2015 19:49)

    Trovo questa rubrica una piacevole emozione
    Vorrei spendere due parole per l'artefice di questa simpatica iniziativa:
    interpretare il lavoro di ristorazione in modo così personale coniugando con grande passione realtà diverse fa di Sabrina un'esperta accentratrice.
    con piacere noto che le compagne d'avventura sono altrettanto ricche di passione, traspare dai contenuti e immagini.
    lunga vita !!!

  • #20

    Lucia (lunedì, 11 maggio 2015 00:49)

    Emozioni di altro genere, diverse dal racconto di Giuliana, quattro spot emozionali forse più reali, più crudi .... l'emozione agisce su uno stato d'animo, può far commuovere con un sorriso ma anche con una lacrima, sensazioni complesse per ogni singolo individuo.
    Caterina con la sua scrittura ha scavato profondamente nell'anima delle protagoniste, credo sia una persona molto attenta e osservatrice del genere umano.
    Attendo nuovi racconti, ringrazio Sabrina per avermi invitato a leggere, sostenetela perché merita per la sua grande generosità d'animo.

  • #19

    Elisa (mercoledì, 06 maggio 2015 22:51)

    Nell'ultimo racconto mi sono rivista, qualche anno fa anch'io ho condiviso per caso il tavolo di un bar con un perfetto sconosciuto, era un periodaccio, avevo da poco perso mia madre, le mie sorelle con mariti al seguito mi assillavano per la gestione dell'eredità, in pieno stato confusionale e con il dolore devastante della perdita dell'unica vera persona importante della mia vita, mi sono ritrovata a parlare con un individuo gentile che a suo modo ha suggerito la soluzione dei giochi perversi della mia famiglia. Sistemate due cose, da lì a poco me ne sono andata, ora vivo in Australia, nella terra dei canguri e degli aborigeni, felice e serena .... mi avete emozionato, grazie !

  • #18

    sara (lunedì, 04 maggio 2015 11:41)

    complimenti belle foto sembrano quadri.
    i racconti seppur tristi sono scorrevoli e avvincenti
    brave!bella iniziativa

  • #17

    marcello (domenica, 03 maggio 2015 19:52)

    graffiante interpretazione scritta, belle foto
    solo le donne sanno interpretare certe sfumature, complimenti !

  • #16

    Simona (lunedì, 20 aprile 2015 17:40)

    Caterina ha gia' risposto a Fausto.....e Fausto sembra quasi un personaggio perfetto per un prossimo romanzo di Caterina :)

  • #15

    Andrea (domenica, 19 aprile 2015)

    Brava Caterina e Brava Simona asciutte nella giusta misura sia nei racconti sia nelle foto che vanno diritte dove devono arrivare , senza fronzoli. Bon servono migliaia di parole o migliaia di foto per dare un emozione !!!!!

  • #14

    Machi (domenica, 19 aprile 2015 19:08)

    Lineare, pulita, osservatrice.....insomma: si viene scaraventati nella scena subito dopo aver letto due righe. Peccato tu non sia giovane. Almeno sei ricca?

  • #13

    tily (domenica, 19 aprile 2015 17:40)

    Polla dovresti pensare di farlo non solo per svago..
    Intriganti e affascinanti
    Davvero brava! ;)

  • #12

    Colla (domenica, 19 aprile 2015 11:48)

    Non so se tu sia giovane o no, frustrata o meno e sinceramente manco m'importa. Ho letto e mi è piaciuto. Complimenti.

  • #11

    caterina (domenica, 19 aprile 2015 11:10)

    Caro Fausto, mi spiace non ti siano piaciuti. Non sono una giovane ragazza (e forse ai tuoi occhi questa sarà un'aggravante!) ma non sono frustrata e nemmeno istrica...forse un po' nervosa! ;)

  • #10

    Fausto (sabato, 18 aprile 2015 01:48)

    Sicuramente scritto da una giovane ragazza frustrata ed un po isterica, dovrebbe cercare la serenità e la "felicità" nelle semplici cose che la vita le dona. Tanta apparenza
    poca sostanza e tanta banalità.

  • #9

    Caterina (venerdì, 17 aprile 2015 14:08)

    Due parole per ringraziare Sabrina, Simona e tutte le persone che si son fermate cinque minuti a guardare le fotografie e a leggere queste poche righe che le accompagnano.
    E' davvero un grande piacere sapere che le persone si ritagliano un attimo di tempo, si fermano, appunto, e dedicano un attimo a sé stessi e anche a noi.
    Grazie a tutti!

  • #8

    Flavio (giovedì, 16 aprile 2015 23:41)

    Una sola parola per descrivere i quattro racconti: graffiante! L'interprete ha dato un tono nervoso e graffiante alle foto decisamente molto blande nel loro carattere, hanno un tono molto dolce, ottimo binomio, mi piace !

  • #7

    Anna (giovedì, 16 aprile 2015 16:24)

    Lettura piacevole..complimenti..

  • #6

    Ornella Nicola (giovedì, 16 aprile 2015 08:53)

    IL LIBRO
    Gli angoli della bocca rivolti all'ingiù, lo sguardo fisso, quasi vitreo, l'alto contrasto, nonostante la delicatezza delle ombre del collo, sono l'esatta trasposizione figurativa della narrazione scritta. Non si avverte subito ma solo nel procedere della lettura e il finale, che lascia uno spiraglio di luce, in tanta tristezza, mi riporta alla prima frettolosa lettura della foto in cui avevo intravisto uno sguardo attento e lucido, come se i pensieri del soggetto ritratto fossero stati attraversati da un guizzo intuitivo, o da una sensazione di sorpresa, la scoperta di un dono inaspettato. La sensazione dell'assenza nell'attesa di una bellezza che sarà.

  • #5

    Stefy (giovedì, 16 aprile 2015 01:05)

    Meravigliosa scrittura veloce ed efficace, mi piace perchè va dritta al cuore. Tra i racconti,arcobaleno è il mio preferito. Bellissime foto....interessantissima iniziativa, complimenti!!

  • #4

    davide (mercoledì, 15 aprile 2015 21:45)

    Letti oggi in treno. Mi hanno affascinato e rubato. Seppur brevi sono riusciti a farmi entrare nella scena e a trasmettermi le emozioni della scrittrice.

  • #3

    simonetta prini (mercoledì, 15 aprile 2015 16:28)

    Complimenti....grande interprete davvero....

  • #2

    simo (mercoledì, 15 aprile 2015 12:05)

    Grazie Giuliana! Caterina ha una classe innata per stupire ;)

  • #1

    giuliana (mercoledì, 15 aprile 2015 09:42)

    Bella ascrittura, nervosa, scattante, aderente agli scatti fotografici, altrettanto notevoli. Grazie, compagne di avventura!